Pietro Orlandi rivela nuovi dettagli sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, inclusa la presenza di Vittorio Baioni su un volo Roma-Londra.
Il caso di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa nel 1983, continua a suscitare attenzione a distanza di oltre 40 anni. Pietro Orlandi, fratello della ragazza, ha recentemente condiviso nuove informazioni durante la trasmissione “Verissimo” su Canale 5. Portando alla luce dettagli inediti che aggiungono nuovi elementi alla vicenda. Secondo quanto dichiarato, Emanuela sarebbe stata su un volo Roma-Londra insieme a Vittorio Baioni. Un uomo che avrebbe avuto un ruolo nella gestione del sequestro, e avrebbe vissuto nella capitale inglese per molti anni dopo la sua scomparsa.
Le dichiarazioni di Pietro Orlandi a Verissimo
Durante l’intervista, Pietro Orlandi ha raccontato di essere stato contattato da un uomo di nome Vittorio Baioni. Che avrebbe avuto un ruolo nella gestione del sequestro di sua sorella.
Secondo Pietro, Baioni era vicino ai Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) e aveva contatti con la criminalità romana e gruppi di estrema destra che avevano trovato rifugio a Londra. L’uomo avrebbe rivelato che, poco dopo il rapimento, si trovava a bordo dello stesso volo Roma-Londra con Emanuela. Baioni si sarebbe occupato di piccole mansioni quotidiane per la ragazza, come fare la spesa, vivendo in un appartamento vicino al suo. Pietro ha dichiarato: “Mi ha contattato un anno fa e poi è sparito”, rivelando per la prima volta il nome di Baioni durante la trasmissione “Verissimo”. Ha aggiunto: “Era amico di Cristiano Fioravanti”, spiegando che Baioni non era uno dei tanti mitomani che si sono inseriti in questa vicenda.
Pietro ha mostrato anche una fotografia che ritrae una mano adulta che tiene la collanina intrecciata da Emanuela poco prima della sua scomparsa. “Ho fatto analizzare quella foto da esperti e si tratta della collanina di Emanuela, è un elemento importante”. Pietro ha dichiarato di aver condiviso queste informazioni con le autorità italiane, ma nessuna indagine approfondita sembra essere stata avviata sulla “pista inglese”. Baioni avrebbe inoltre indicato un altro nome: Stefano Soderini, un uomo coinvolto nelle telefonate anonime legate al caso e che attualmente sarebbe latitante in Sud America. “Soderini è ancora vivo e pare sia latitante in Sud America”, ha aggiunto Pietro.
Il ruolo del Vaticano e i documenti segreti
Le rivelazioni di Pietro Orlandi sollevano anche domande sul possibile coinvolgimento del Vaticano. Pietro ha menzionato l’esistenza di documenti emersi durante lo scandalo Vatileaks che mostrerebbero le spese sostenute dal Vaticano per il mantenimento di Emanuela in un convitto di Londra, gestito dai padri Scalabriniani. “Ci sono elementi di contatto in quei giorni tra il Vaticano e il Ministero della Difesa italiano, di richiesta da parte del Vaticano, di un volo Roma-Londra”, ha spiegato Pietro. Questi documenti sarebbero stati indirizzati a monsignor Lucio Angelo Balda e citati nei messaggi WhatsApp di Francesca Chaouqui.
Pietro ha anche rivelato che Francesca Chaouqui gli aveva parlato di una cassa contenente prove o possibili resti di Emanuela. Nascosta nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore, ma questa zona è stata sigillata e l’accesso è vietato da oltre un anno. “Francesca Chaouqui mi disse che questa cassa era stata portata da lei nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore dove stavano creando l’archivio della Cosea”, ha raccontato Pietro. Egli continua a lottare per la verità, sperando che un giorno si possa fare luce sul destino di sua sorella e restituire pace alla sua famiglia.
Tutte le dichiarazioni del programma sono riprese e riportate anche su ilfattoquotidiano.it da dove si prende spunto per l’articolo.
Il caso di Emanuela Orlandi rimane uno dei più oscuri e misteriosi d’Italia, con intrecci che coinvolgono il Vaticano, la criminalità organizzata e le istituzioni italiane. La speranza di Pietro è che queste nuove rivelazioni possano finalmente portare giustizia alla memoria di Emanuela.